Calitri è uno dei borghi più particolari della Provincia di Avellino. Incastonato su un monte, disteso al sole, si presenta all'occhio del viaggiatore come una terrazza di colori che rimandano ai "sapori" della costa, ma che si trova in montagna.
Qui siamo al confine più orientale dell'Irpinia, dove la Campania cede il posto alla Puglia e la Basilicata. Terra di scambi, commerci, genti diverse che hanno creato una storia che nei millenni si è stratificata, lungo le stradine che si inerpicano su per il centro storico.
Il paese si trova 530 m.s.l.m. e confina con i Comuna avellinesi di Andretta, Aquilonia, Bisaccia, Cairano ed Atella, Pescopagano, Rapone, Rionero in Vulture e Ruvo del Monte in Provincia di Potenza.
Ha un'estensione territoriale molto vasta, che supera i 100 km².
Gli abitanti, detti calitrani, sono più di 4mila e festeggiano il loro santo protettore, san Canio, il 25 maggio di ogni anno.
Andiamo a scoprire insieme cosa conserva al suo interno questo borgo.
La storia di Calitri è lunga e si perde nell'alba dei tempi. Le prime documentazioni archeologiche, però, si attestano all'Età del Ferro con i ritrovamenti del sito in località "Convento" che fanno capire come la fossakultur di "Oliveto-Cairano" sia stata presente anche qui.
Il centro abitato vero e proprio, invece, si sviluppa dal XIII secolo dopo Cristo, con le prime documentazioni del castello, coinvolto nelle ristrutturazioni attuate da Federico II nel Sud Italia.
Nel 1304 il castello fu acquistato dalla famiglia Gesualdo che ne detennero la proprietà per tre secoli, fin quando, passò ai Ludovisi, nel 1676 e poi ai Mirelli, che ne furono proprietari fino al 1806.
Dopo l'unità d'Italia Calitri fu protagonista negli scontri tra i fedeli ai Borboni, detti Briganti e l'esercito del nuovo Stato italiano. Qui ebbe modo di agire, tra gli altri, anche il famoso brigante Carmine Crocco, che la liberò momentaneamente nel 1861.
In epoca contemporanea il borgo fu protagonista, durante il secondo conflitto mondiale, dell'operazione "Colossus". Questa azione di guerra è ricordata anche per essere stata l'occasione per il primo lancio di guerra effettuato dai paracadutisti inglesi durante il conflitto. Il tutto si svolse il 10 febbraio 1941.
Ad oggi, grazie alla ricostruzione post sisma del 23 novembre del 1980, Calitri conserva le tracce di questa storia passata all'interno di un borgo che ha l'odore del tempo passato misto alle prospettive per il futuro.
Se c'è un qualcosa che rende famoso il paese di Calitri in tutto il Sud è sicuramente per la lavorazione della ceramica.
Grazie alle argille presenti nei terreni del suo territorio, questa zona ha visto un prolificare del lavoro di ceramisti fin dal IV secolo a.C. Le prime attestazioni documentate di fornaci, però, risalgono al XVI secolo grazie al ritrovamento di una lettera inviata nel 1573 dal Cav. Gesualdo al cardinale Alessandro Farnese dove si parlava di vasi da inviare a Roma.
Altre testimonianze si hanno durante tutti i secoli successivi fino ad arrivare al secolo scorso, dove l'attività artigianale era una delle leve economiche principali del paese.
Anche la toponomastica delle strade rimanda alla lavorazione dell'argilla e all'arte dei ceramisti calitrani: camminando per le stradine del paese ci si può imbattere in "Vico dei Tornilli", già noto nel '700 e che rimanda all'uso del tornio; oppure "Via Faenzari" chiari riferimento agli artigiani di Faenza presenti in questo sito nel '600.
Anche molti cognomi sono un chiaro segnale dell'importanza della ceramica a Calitri: parlando con gli abitanti locali potreste facilmente imbattervi in "Lampariello", "Tornillo" o "Spriuolo".
Purtroppo, con la grande emigrazione del '900, questa millenaria pratica è andata via via scomparendo e, ad oggi, sono pochi i laboratori che si occupano della lavorazione di questo materiale. Nonostante ciò, la tendenza degli ultimi anni vede un ritorno sempre più frequente a queste antiche tradizioni e Calitri continua ad avere un cuore di fuoco che forgia oggetti che servono all'industria edile o ai turisti.
Sono tantissime le bellezze da vedere in questo centro di storia e cultura. Tra queste, non possono mancare, in un tour che si rispetti, la visita a:
Altri luoghi di interesse sono il Museo dell'Istituto d'Arte, inaugurato il 27 maggio del 2005, dove sono esposte le opere che raccontano la storia di questa istituzione scolastica presente nel borgo; il Museo di Oggetti Sacri, dove si può percorrere e vedere gli oggetti che raccontano la storia religiosa di Calitri. A tal proprosito è bene ricordare che nel paese c'è una fitta presenza di chiese che contengono al loro interno molte opere d'arte di notevole interesse.
Quando si tratta di cibo, Calitri si attesta come uno dei paesi dalle più interessanti tradizioni enogastronomiche. Tra i vari piatti tipici, il più famoso è certamente quello delle "cannazze". Si tratta di ziti spezzati e la loro origine risale al '700 quando la pasta veniva messa ad essiccare su canne. Questa pasta viene servita, per tradizione, con ragù di carne e pecorino grattugiato.
Altro piatto tipico, servito alla stessa maniera, sono i cingul', pasta molto simile ai cavatelli pugliesi.
Altro prodotto per cui Calitri è famoso in tutta l'Irpinia è il pane, preparato secondo antiche tradizioni e dal sapore e la fragranza uniche, che spesso invade i vicoli nei pressi dei forni che ancora oggi lo producono.
Ci sono molti momenti di convivialità che possono essere vissuti in questo magico borgo della Provincia di Avellino. Tra questi i più noti sono il Presepe Vivente, manifestazione che si svolge tra le vie del centro storico.
Altri famosi eventi sono la Fiera Interregionale, svolta tra fine agosto ed inizio settembre per la promozione, la valorizzazione e la commercializzazione dei prodotti tipici della Campania e delle regioni limitrofe.
Il motoraduno, di solito svolto l'ultimo fine settimana di giugno e di portata nazionale.
Lo Sponz Fest. Il famoso festival ideato e diretto da Vinicio Capossela, originario di queste zone e divenuto in questi anni un appuntamento che richiama a Calitri migliaia di turisti. Si svolge, solitamente, a fine agosto.
Naturalmente va ricordata anche la festività di san Canio, il 25 maggio, dove la tradizionale festa religiosa è accompagnata da una grande fiera con commerciati provenienti da molte zone limitrofe.
Grazie a Ruralis potrai esplorare e vivere questo borgo ed immergerti nella bellezza che conserva.