Sommario
Posto in un posizione privilegiata sul cosiddetto “Contrafforte di Trevico“, Carife è un dei borghi più antichi della Provincia di Avellino e conserva nel suo territorio le tracce di una storia partita millenni fa e che ha portato questo paese della Baronia ad essere uno dei luoghi di maggior interesse per quanto riguarda gli studi storici ed archeologici.
Questo borgo ha un territorio di 16 kmq e confina con i Comuni di Castel Baronia, San Nicola Baronia, Trevico, Vallata, Guardia Lombardi e Frigento. Terreno ideale per uliveti e vigneti, ha al suo interno una popolazione di poco superiore ai 1.300 abitanti.
Dista circa 60 km dal capoluogo Avellino ed il suo santo patrono è san Giovanni Battista che si festeggia il 24 giugno di ogni anno.
Andiamo ad esplorare, per il nostro blog questo caratteristico luogo d’Irpinia.
Come già accennato, la storia di Carife è lunga è molto complessa. I reperti archeologici ritrovati in varie campagne di scavo hanno fatto capire che già dal III millennio a.C. questo luogo vedeva la presenza umana anche se il primo insediamento individuato appartiene all’epoca sannitica e più con precisione si data tra il V e il IV secolo a.C.
Tra le “Municipia” descritte nella “Storia Naturale” compare anche Romulea, una oppidum, cioè una struttura fortificata, con al proprio interno una popolazione ben sviluppata che era in gradi di produrre in piena autonomia manufatti raffinati. Tale luogo, grazie alle scoperte fatte, è stato di grande interesse ed importanza commerciale e strategica ed è plausibile dire che fu proprio il territorio di Carife ad ospitarla.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, anche queste zone videro periodi di crisi economica, dovuta da instabilità politica ed invasioni di varie popolazioni. Tra il 1140 e il 1150 Carife fu feudo di Riccardo II Guarino de Formari che spedì dei crociati nella spedizione in Terra Santa fatta da Guglielmo II per la riconquista di Gerusalemme. Dopo i Formari, furono i d’Angiò a governare il feudo per poi arrivare, nel 1375 alla famiglia Orsini.
Durante il Rinascimento si succedettero vari feudatari fino al 1646 quando passò al controllo dei Capobianco che lo detennero fino 1806.
Nei moti del 1820 parteciparono molti carifani, con la vendita denominata “L’Amore per la Patria“. Questa apertura vide come gran maestro rivoluzionario Tommaso Santoro, che fu poi condannato all’esilio a vita dalla Gran Corte Criminale di Avellino.
Ci sono molti luoghi di interesse in questo borgo della Provincia di Avellino. Tra questi, quelli assolutamente da non perdere sono:
Sono molti i piatti che fanno di Carife un luogo interessante non solo sotto il profilo storico ed architettonico, ma anche culinario. Piatti tipici sono le tagliatelle e fagioli, la panzetta chiéna, la ciambòtta di verdure ma, in particolare, questo è il luogo di produzione del caciocavallo Silano D.O.P., formaggio semiduro prodotto con il latte di diverse razze di mucche, tra le quali spicca la podolica, tipica di queste zone., e dell’olio di Ravece D.O.P.
Tanti sono i momenti in cui si creano momenti di aggregazione a Carife. Tra questi quelli più famosi sono: