L’Irpinia è rinomata per essere la terra del vino e dei borghi, la provincia delle Mefite, delle grotte suggestive e dei paesaggi mozzafiato, la patria delle tradizioni secolari e, da non perdere, i meravigliosi castelli da vedere. Sono i castelli, infatti, una delle principali attrazioni turistiche di Avellino, luogo di incanto e riscoperta di una storia signorile.
Sommario
A Lauro, piccolo paese della bassa Irpinia a confine con Nola, tra le strade del borgo emerge l’immagine del Castello Lancellotti.
Completamente ricostruito nel 1870 ad opera del principe Filippo Lancellotti, dopo essere stato dato alle fiamme dai repubblicani francesi nel 1799, il Castello si presenta come un maniero in cui convivono un connubio di elementi in stile gotico, rinascimentale e barocco.
Si caratterizza per le torri quadrangolari e le spesse mura con merlature guelfe su cui si aprono diverse porte di accesso, fra le quali il portale rinascimentale a bugnato, e molti gli ambienti visitabili, dalla Sala del Plastico alla Scuderia, in cui sono esposte carrozze del XVIII e del XIX secolo, nonché un meraviglioso cavallo in legno, dagli ambienti privati e di rappresentanza, come la Sala da Pranzo con il soffitto a cassettoni, la Sala d'Armi, con uno splendido lampadario in cui sono esposte lance, corazze, alabarde ed elmi, il Salone Rosso che conserva oggetti farmaceutici di origine siriana, la Sala del Biliardo con un tavolo della fine del 1800 e la Biblioteca, con oltre mille opere, fra le quali libri cinquecenteschi e seicenteschi.
L’esterno, invece, si contraddistingue per i due cortili, in uno dei quali vi è una fontana realizzata con materiali architettonici di epoca romana, ed un giardino all'italiana con piante di bosso.
Nel piccolo borgo di San Barbato nel comune di Manocalzati, arroccato sul colle che domina il piccolo borgo, sorge il Castello di San Barbato, edificato dai Longobardi qui insediati.
Il Castello di San Barbato si presenta oggi con le fattezze di una fortezza aragonese del Quattrocento, pur conservando alcuni tratti tipici del periodo longobardo. La struttura si articola in un semplice e basso edificio quadrangolare, con torri angolari poste ai vertici del corpo di fabbrica centrale, che racchiude il cortile interno, con scala aperta nello spazio della corte. Si caratterizza per avere torri diverse tra loro: le due torri sul lato meridionale sono di forma circolare e scarpata, mentre le altre due, poste sul lato settentrionale, hanno una forma planimetrica a punta.
Dal portale d'ingresso, posto in cima ad un'alta gradinata, si accede alla corte centrale, sulla quale si affacciano tutti gli ambienti del piano terreno coperti da grandi volte a botte.
Nel centro storico di un altro paese irpino, Montemiletto, si trova uno dei complessi medioevali meglio conservati nella provincia di Avellino, il simbolo per eccellenza ed antonomasia di questo piccolo ed accogliente paese: il Castello della Leonessa di Montemiletto.
Opera longobarda, dal gusto tardo-rinascimentale, che si erge fiero ed incantevole con le sue alte mura in pietra e le sue torri merlate angolari a pianta circolare, venne edificato dai Longobardi come innesto sulle mura laterizie di una costruzione romana e, in seguito, ricostruito dai Normanni nel XII secolo.
Nel 1119 fu distrutto da un incendio, a cui seguì l'immediata ricostruzione e, dopo ulteriori svariati assedi e atti vandalici, entrò nei possedimenti dei Tocco, i quali da baluardo militare lo trasformarono in residenza signorile.
Il Castello della Leonessa prende il nome dalla omonima famiglia nobiliare e costituisce una residenza gentilizia che ancora oggi conserva locali e stanze originarie.
Attualmente, dopo i lavori di restauro, si annovera tra le 70 rocche d’Irpinia meglio conservate con cura ed attenta manutenzione, dotata di “Sala Grande”, cappella, cisterna e giardino.
Immergendosi sempre nel cuore dell’Irpinia, nella madre patria di sua maestà “Taurasi DOCG" si può ammirare il Castello Marchionale di Taurasi, fortezza che affonda le sue origini nel X secolo, quando fu distrutto da milizie saracene e ricostruito dai dominatori Normanni. Nel 1381 giunse a Giacomo Filangieri, nel 1420 al conte di Avellino Sergianni Caracciolo. Agli inizi del Seicento, venne trasformato in un palazzo gentilizio, oltre ad essere stato dimora di figure illustri, quali Torquato Tasso, Eleonora d’Este e Carlo Gesualdo.
Il castello si caratterizza per una facciata e bellissima scalinata elicoidale in pietra del mastio, che danno l’accesso alla sommità del castello, nel suo punto più alto. Da qui si raggiunge la piccola cupola, che permette di porrre lo sguardo sulla vista mozzafiato di tutta la valle sottostante: un vero e proprio ritratto di Taurasi.
A Gesualdo, uno dei borghi più belli d’Italia, su un colle che domina l'ampia valle del fiume Calore, sorge uno dei manieri più importanti di Avellino.
Per secoli fulcro del potere dei vasti possedimenti della Famiglia Gesualdo e, con l'avvento del Principe di Venosa Carlo Gesualdo, sede di una illuminata e sfarzosa corte musicale, è considerato tra i monumenti più significativi della Storia dell'Irpinia e della Campania.
Risalente all’epoca medievale, è sul finire del 500, con l'avvento di Carlo Gesualdo, che il maniero cambia aspetto e si trasforma in dimora signorile di stile rinascimentale. Dopo decenni di abbandono seguiti a rovinosi terremoti e saccheggi, il Castello divenne di proprietà della famiglia Caccese che ne dispose una profonda trasformazione strutturale, per poi diventare di proprietà pubblica e riaperto al pubblico nel dicembre 2015 anche se solo parzialmente ristrutturato.
Scopriamo, inoltre, che con il definitivo completamento dei lavori di recupero il Castello ospiterà una scuola di alta formazione musicale dedicata alla polifonia.
A Torella dei Lombardi, nella casa dei Ruspoli principi di Candriano si trova l’omonimo castello, che rappresenta uno dei punti di attrazione di tale paese irpino. Il castello di Torella dei Lombardi, che sorge su un colle a 667 m sopra al livello del mare, per la sua posizione strategica, fu abitato fin dal Medioevo da un primo agglomerato che andò accrescendosi sempre più. Precisamente, gli abitanti di Girifalco iniziarono a confluire verso il vicino castello di Torella, perché fortificato e, quindi, più sicuro.
La prima costruzione risale all’850 d.C. quando i Longobardi edificarono un fortino ligneo poi distrutto dalle intemperie a seguito della divisione del Principato di Benevento. In età normanna fu costruita, su un banco di arenaria, una torre in pietra (donjon), di forma cilindrica in opus cementicium, entro cortine in conci di calcare, e in opus incertum, secondo la tecnica di tradizione romana.
Col terremoto del 1980, il castello subì danni ingenti però le mura resistettero e, nel 1993-1997, è stato interessato dai lavori di restauro che hanno rispettato l’originaria struttura.
Il Castello Ruspoli di Torella dei Lombardi oggi è sede del Comune e del Museo del Cinema e di alcune associazioni culturali, oltre che di un impeccabile ristorante e struttura ricettiva.
A Sant’Angelo dei Lombardi, nel punto più alto dell'antico nucleo urbano, sorge il Castello degli Imperiali. Quello che maggiormente richiama l’attenzione sono, senza dubbio, il cinquecentesco portale d'ingresso e un'importante epigrafe di epoca classica, incisa su di una grossa pietra impiegata come angolare nella facciata, oltre ad una torre poligonale. Ci dirigiamo all’interno della struttura, dove sono custoditi reperti archeologici di epoca bizantina.
Edificato dai Longobardi, il fortilizio risale al X secolo, ma venne trasformato in Castello durante la dominazione Normanna nel 1076. Nella seconda metà del XVI secolo, il maniero fu oggetto di numerose ricostruzioni che contribuirono a mutarne l'aspetto medioevale, trasformandolo in una sontuosa residenza gentilizia. Le trasformazioni più sostanziali furono volute, però, dal Caracciolo nel XVI secolo e dal Principe Placido Imperiale nel 1768. Il terremoto del 1980 che aveva gravemente danneggiato la struttura del Castello rese necessaria una profonda ristrutturazione.
Nel XIX secolo il Castello è stato utilizzato prima come sede di tribunale e carcere, poi come sede dell'archivio notarile e di alcuni uffici della magistratura.
La fortezza si presenta con alcuni tratti risalenti all'età normanna, quando fu munita di mura di cinta.
Dirigendosi verso Monteverde, si scopre la dimora dei principi Grimaldi, l'omonimo Castello dei Principi Grimaldi. D’impianto aragonese, il castello si presenta agli occhi del visitatore con l’originaria forma trapezoidale che, nel corso dell’epoca medioevale, fu completata con l’aggiunta di quattro torri angolari, di cui due cilindriche e due quadrate.
Grazie ad una pergamena risalente all’897, si scoprono le prime notizie circa l’esistenza di un edificio fortificato edificato dai Longobardi che, nel corso degli anni, è stato residenza della famiglia Orsini, di Roberto il Guiscardo, Goffredo conte di Andria e nel 1532 del principe di Monaco Onorato Grimaldi, da cui deriva il nome dell’edificio. Il castello, assieme al territorio di Monteverde e altri feudi, fu donato, nel 1532, dall’imperatore a Onorato I Grimaldi, principe di Monaco, in cambio della fedeltà sua e dei suoi successori.
La struttura odierna è il risultato di ristrutturazioni e ricostruzioni: ricostruzione nel 1851, in seguito al terremoto, che non altera la struttura aragonese e mantiene visibili le feritoie e le finestre rettangolari oltre che l’altare, un’acquasantiera e alcuni affreschi nella cappella; la ristrutturazione recente del Castello, che comprende l’installazione del museo multimediale permanente “MiGra”, imperniato sul ruolo della donna nella civiltà contadina.
A Savignano Irpino, si trova un’altra dimora regale: il Castello normanno dei Guevara. Denominato “Castrum Sabinarium” e dando quindi nome al paese, il castello è chiamato oggi Guevara, in quanto dopo aver ospitato,durante la dominazione Angioina, la famiglia della Lande, e poi agli Spinelli fino al 1445, passò ai nobili spagnoli de Guevara, che trasformarono il castello in un palazzo signorile.
La struttura del castello che si ammira oggi solo in parte riflette l’originario impianto, tra cui le alte e spesse mura in pietra. Difatti, Il terremoto del 1732 danneggiò la struttura, che non subì ulteriori modifiche fino al 1880, essendo ancora abitato fino alla fine di tale secolo. Successivamente, l’asportazione di materiale vario e la demolizione di parti ritenute pericolanti, oltre che rimaneggiare fortemente la struttura, ne misero seriamente in pericolo la staticità, ulteriormente compromessa dal grave sisma del 1980. L’amministrazione comunale decise, perciò, di acquistare la struttura della famiglia Daniela Casale e di procedere al suo restauro, sulla base di un progetto che prevedeva, da un lato, il recupero delle parti rimaste del castello, dall’altro la creazione di un teatro all’aperto. Danneggiato ulteriormente dal terremoto dell’80 divenne un rudere successivamente restaurato.
A Zungoli, altra perla nel cuore della provincia verde campana, emerge il Castello dei Susanna.
Da origini normanno-sveve del XI secolo come luogo di difesa dagli attacchi delle truppe bizantine, dal 1240 il Castello è appartenuto a numerosi signori, tra cui Ugone de Luca, il capitano Consalvo Fernandes de Cordova e il re di Spagna Carlo III. Nel XIX secolo il castello venne trasformato in residenza gentilizia.
È a un certo Leander Juncolo o Curolo, capitano normanno, che è attribuita la costruzione di una prima roccaforte denominata, in quell'epoca, Castrum Curoli – dal cui nome deriverebbe, dopo diverse trasformazioni, anche quello del comune – e nota oggi col nome di Castello dei Susanna, più precisamente, Castello Susanna dei Marchesi di San Eligio. Nel 1800, il Castello fu ceduto dai Loffredo alla famiglia Susanna, che ne è ancora oggi proprietaria e il cui stemma è dipinto sulla volta a botte che si trova nell'androne.
Davati l’entrata principale, una scala racchiusa tra due ali semicircolari, delimitano un grande cancello in ferro battuto. Dal cortile interno, pavimentato in pietra, accediamo, dunque, agli ambienti residenziali del secondo piano, dove possiamo ammirare in particolare il camino monumentale. Già incantati da queste immagini, scopriamo che l'edificio, in origine, disponeva di una struttura con schema a pianta quadrata e quattro torri angolari di forma cilindrica.
Oggi, il Castello dei Susanna si presenta come simbolo storico della comunità zungolese, come un'esperienza unica di vita vissuta da persone che hanno amato, e che continuano tuttora ad amare, questo bellissimo e suggestivo borgo d'Irpinia.
E qual è il castello irpino che risveglia in te la voglia di vivere un sogno?